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Lettera aperta al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca ed al presidente dell' Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

e.p.c. ai sindacati agli organi di stampa

Bologna, XY Ottobre 2008

In solidarietà con le iniziative già avanzate da vari enti di ricerca italiani ed Università italiane in risposta ai recenti provvedimenti governativi D.L. 112, convertito nella legge 133/2008, ai tagli alla ricerca pubblica, e all'emendamento governativo al ddl 1441 in tema di stabilizzazione e la proroga al 1 luglio 2009 delle abrogazioni delle stabilizzazioni, i precari del centro CNAF, appartenente all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), vogliono esporre la loro situazione lavorativa sia a livello di attività che di forme contrattuali adottate, comunicare la loro opinione su come risolvere tale situazione e porre l’attenzione sull’importanza della loro attività che potrebbe non essere garantita qualora in futuro si renda necessario uno stato di mobilitazione.

Il CNAF è una realtà INFN di rilievo internazionale, che progetta e gestisce infrastrutture per il calcolo al servizio di diversi esperimenti INFN. In particolare esso sviluppa, realizza e gestisce il Centro Operativo per la Grid di Produzione Nazionale dell’INFN, partecipando in posizione di rilievo a diversi progetti internazionali che hanno portato all’ente ingenti entrate e che hanno come importante obiettivo lo sviluppo ed il consolidamento di una griglia (Grid) di computer mondiale per la ricerca e l’industria. Inoltre il CNAF gestisce il Centro Nazionale di Calcolo TIER-1, ossia uno dei 10 centri di calcolo mondiali della comunità Large Hadron Collider (LCH) al CERN, di cui si è tanto parlato in questi giorni e che è stata definita come ”la più grande avventura della fisica contemporanea”. Il personale del CNAF gestisce le suddette infrastrutture hardware e software, anche attraverso turni di reperibilità distribuiti su tutto il personale, contribuendo così al raggiungimento da parte dell’INFN di risultati eccellenti in ambito internazionale in vari campi scientifici e costituendo importanti premesse per future applicazioni tecnologiche.

Le attività del CNAF sono attualmente svolte da un organico così composto: - Personale di staff: 15 - Personale dipendente a tempo DETERMINATO: 33 (di cui 10 coinvolti nelle procedure di stabilizzazione) - Assegnisti e Co.Co.Co: 13 I precari costituiscono il 75% del personale, maturando un’anzianità media di servizio tra i 4 ed i 5 anni. Le recenti disposizioni del governo avranno dunque l’effetto di ridurre drasticamente il personale, compromettendo la funzionalità di tutti i Servizi e Reparti del Centro, nonché disperdendo le competenze acquisite ed i denari pubblici investiti per la formazione. La situazione è tanto più grave e paradossale se si considera che il personale precario è vitale nella gestione del centro di calcolo TIER-1, costato già all’INFN diversi milioni di euro ed in procinto di rinnovamento.

L’esperienza quotidiana dei precari del CNAF rende evidente come le condizioni lavorative nella ricerca italiana sono sempre più difficili se confrontate con il resto dell’Europa: una graduale contrazione delle risorse dedicate alla ricerca, anni di precariato, ripetuti blocchi delle assunzioni e l’impossibilità di bandire concorsi da parte dell’ente hanno reso il futuro dei precari privo di speranze in termini di stabilizzazione e carriera, con il rischio da parte dell’ente di compromettere la sua immagine di qualità rispetto al resto del mondo. Data la presenza del personale precario del CNAF ormai consolidata, non è più accettabile garantire la qualità dei servizi offerti dal Centro senza dare anche garanzie sul futuro al personale, con stipendi non confrontabili con il resto dell’Europa, sforzandosi solo di prorogare contratti temporanei di diverse tipologie, ritardando ulteriormente le procedure di stabilizzazione e abusando l’impiego del personale precario in attività indispensabili per l’ente ma spesso difficilmente utilizzabili in contesti lavorativi diversi. Una tale politica non fa altro che rendere sempre più incerto il futuro dei precari, mortificando gli entusiasmi e la motivazione e di conseguenza compromettendo a lungo termine la qualità del lavoro. La riduzione imposta della pianta organica dell’INFN e le restrizioni sull’utilizzo del turn over per l’assunzione e la stabilizzazione del personale, bloccano le assunzioni per almeno un triennio. Inoltre, dopo il triennio, non può essere pianificata una crescita abbastanza veloce da garantire ai precari un futuro dignitoso. La qualità del lavoro è favorita da una prospettiva di crescita professionale a lungo termine! Quale futuro può avere un Paese che taglia le risorse nei campi che portano allo sviluppo delle tecnologie più avanzate e simultaneamente preclude ai giovani più dotati di seguire le proprie inclinazioni, favorendo lo sviluppo della collettività grazie alle competenze acquisite?

Il CNAF fornisce un esempio di situazione di precariato particolarmente grave che non può essere prolungata ancora per anni con continui rinnovi di contratti a termine, ma che non può neanche essere eliminata dalle recenti disposizioni del governo, mettendo per strada il 75% del personale. E’ necessaria dunque un’azione urgente e collaborativa tra governo e dirigenti dell’INFN, per analizzare a fondo la situazione economica ed organizzativa dell’ente, non solo al fine di aumentare in generale i fondi da destinare alla ricerca, ma per riprogettare un’organizzazione del bilancio che indirizzi i fondi soprattutto all’assunzione di personale in modo stabile, rimuovendo le restrizioni imposte dal governo sulla pianta organica e l’utilizzo del turn over. Premesso che ormai è impossibile non valutare attentamente situazioni di personale precario consolidate e cercare in qualche modo di “sanare” tali situazioni con immissioni in ruolo, auspichiamo per il futuro che l’ente faccia una gestione più oculata dei contratti a termine. Si propone di evitare sul nascere situazioni in cui sia possibile assorbire nell’ente solo una percentuale irrisoria del personale precario, alimentando false illusioni e compromettendo il futuro di giovani preparati e motivati. Inoltre è indispensabile favorire coinvolgimenti in lavori scientifici e tecnologici ad alto livello, pubblicazioni su riviste scientifiche, collaborazioni con enti ed industrie esterne, quindi la formazione ed il curriculum di quelli che necessariamente dovranno andare via, in modo che dopo l’esperienza all’INFN continuino a rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Crediamo che sia scontato, ma vogliamo riaffermare con forza, l’idea che la ricerca italiana non può mantenere una posizione competitiva rispetto al resto del mondo, facendo leva sulla paura dei precari di trovarsi senza un lavoro, senza preoccuparsi del loro futuro, sia in termini di occupazione sia in termini di formazione riutilizzabile in altri contesti.

I precari dell’ INFN - CNAF

-- AndreaCeccanti - 02 Oct 2008

Topic revision: r1 - 2008-10-02 - AndreaCeccanti
 
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